Corrosione calcestruzzo
I danni da cloruri

LPS Sabbiature

La corrosione del calcestruzzo armato dipende dalla corrosione del metallo ricoperto, lasciando la superficie dello stesso butterata. I materiali quasi sempre e naturalmente tendono a corrodersi.
Le reazioni elettrochimiche che portano alla corrosione sono di tipo anodico che trasforma gli atomi del metallo in ioni liberando elettroni, sia di tipo catodico che porta alla riduzione degli elettroni a contatto con gli agenti presenti nell’ambiente come l’ossigeno. Quindi un metallo immerso in un materiale poroso genera in determinate condizioni ambientali, differenze di potenziale con la formazione di zone anodiche e catodiche.

La corrosione del calcestruzzo:


Nella corrosione del calcestruzzo, per esempio, prodotta dall’acqua del mare lo ione cloruro, presente in essa, o nei sali disgelanti utilizzati nelle strade di montagna, penetra nello spessore del copriferro. Tra i composti disgelanti più usati c’è il cloruro di sodio, che produce un effetto di aumento della porosità ed espansione del calcestruzzo con la nascita di vie di accesso e sgretolamento. Tutto ciò arriva a danneggiare la protezione della barra metallica immersa nel calcestruzzo. In particolare, con l’acqua e l’ossigeno la corrosione si propaga penetrando in profondità.

La corrosione del ferro:


I processi di corrosione delle strutture di ferro generano forti aumenti di volume con tensioni nel calcestruzzo che viene lesionato, con il conseguente distaccamento del copriferro dall’armatura, portandolo alla completa eliminazione dello stesso, mettendo a nudo l’armatura stessa.
Quindi se per la sicurezza delle strade lo spargimento dei sali è fondamentale, per abbassare il punto di congelamento dell’acqua, e riducendo i pericoli di ghiaccio, tali prodotti sono dannosi per le strutture viarie stesse

Il nostro paese con la sua caratteristica orografica, montuosa con dislivelli abbastanza consistenti, ha necessitato nel tempo costruzioni di viadotti, ponti, gallerie. La manutenzione delle stesse opere sul manto stradale ha portato all’utilizzo di sali disgelanti durante l’inverno, che hanno prodotto in molti casi danni notevoli.

Partendo poi dal presupposto, che con la pioggia e lo scioglimento della neve tali prodotti sono stati diluiti nelle acque reflue, spesso non correttamente incanalate e disperse, è facile capire le conseguenze spesso disastrose. Unito al fatto che le opere viarie per loro natura, subiscono il contatto con l’anidride carbonica prodotta dai veicoli e che tale gas produce effetti di corrosione nei manufatti di calcestruzzo come la carbonizzazione nelle opere viarie e dilavamento del cemento nelle opere idrauliche, si capisce la necessità di monitoraggi necessari sia in fase di prevenzione ma anche e soprattutto in fase di salvataggio delle opere stesse. Considerando che per anni, spesso, la manutenzione non è stata svolta correttamente, ci si rende conto dell’immane necessità di controllo e monitoraggio delle opere fino ad ora eseguite e dell’impegno anche finanziario necessario.

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